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Vitovska 2012
100% Vitovska, 13 gradi, Carso Triestino, terra rossa e roccia calcarea, altitudine 250m slm,. Vinificazione in bianco senza macerazione, fermentazione e affinamento per 12 mesi,
Edi Kante è un “autoctono” del Carso come la maggior parte dei vitigni che usa." "È considerato un artista, non solo perché dipinge ma perché crea sempre soluzioni e prodotti nuovi...alla ricerca di nuove armonie" Edi Kante, terza generazione, eredita la passione e le terre dalla famiglia carsolina dalla metà del 1800. Trova un’azienda bella dal punto di vista agricolo, 10 ettari vitati in località Prepotto, comune di Duino-Aurisina (Ts) sul Carso. L’altopiano carsico, tutto roccia e bora, è sempre stato difficile da rendere coltivabile anche a vigneto. Di terreno qui ce n’è poco o niente, per piantare le viti bisogna cavare i buchi nella roccia e poi riportarvi il terreno. Il Carso rappresenta un campo di battaglia per le viti, che si trovano a dover lottare di giorno in giorno con il terreno arido, brullo, roccioso, calcareo, ricco di ferro, plasmato dall’atmosfera, dal mare e dal vento, si ricavano vini di spiccata personalità e dalle origini antichissime. Tuttavia, in ogni epoca c’è qualcuno che con caparbietà riesce ad affermare il predominio dell’Uomo sulla Natura. Nel rispetto di quest’ultima, ben inteso. Edi Kante ne è uno degli esempi più belli. Da oltre 30 anni combatte con la terra, il clima, i vitigni e la burocrazia. Produttore geniale, individualista ma generoso, crede fortemente in tutto quello che fa, errori compresi. Ricerca, sperimenta, inventa, innova, sorprende, senza sosta. Nonostante le mode del mercato, in casa Kante, vitigni autoctoni storici come Vitovska, Terrano, Malvasia istriana hanno convissuto a braccetto con Chardonnay e Sauvignon, messi da Edi Kante negli anni ‘80, quando con l’autoctono non si andava da nessuna parte. All’inizio degli anni ’80 Edi Kante, assieme ai fratelli Bensa della Castellada, e a Radikon entra a far parte del “Gruppo di Oslavia”, ispirato dal mastro vignaiolo, Josco Gravner, che si fa interprete di un nuovo stile di vinificazione per l’epoca (vini di grande struttura con l’utilizzo del legno), che daranno risultati strepitosi. Poi i componenti del gruppo prenderanno strade diverse. Per decenni i vini autoctoni del Carso sono stati molto spesso snobbati e alla fine rischiavano l’estinzione. Se negli ultimi tempi il movimento dei produttori di vino nel Carso si è ampliato lo si deve ad alcuni coraggiosi pionieri, tra i quali spicca su tutti il nome di Edi Kante, che ha fortemente creduto nelle potenzialità di un territorio aspro, rude, battuto dalla bora ma incantevole nel suo abbraccio col mare, ed ha saputo, nel corso degli anni, promuovere i suoi vini di assoluta qualità, aprendo la strada, e diventando punto di riferimento tra i vigneron di questo splendido territorio, riuscendo a dare vita a vini che sono la perfetta espressione di questo terroir. La sua filosofia, dove Il vino nasce dalla cura artigianale e soprattutto dalla consapevolezza di dover lasciare esprimere e valorizzare la natura, prevede: Vino "secondo natura", con uva sana, raccolto tardivo, trattamenti zolfo-rame come usava il nonno, e basta; Qualità già in vigna, ovvero la metà di quanto previsto dal disciplinare; "Vino sugo" che quando entra in bottiglia (dopo macerazioni marcate, batonage dei lieviti, affinamenti in botticelle ecc.) può rimanerci per anni senza mai ossidare; Vinificazione "tradizionale", dove controllo della temperatura ed i tempi dei travasi sostituiscono pompe centrifughe chiarifiche e filtrazioni varie; Invecchiamento lungo. Per fare questo ha scavato la sua cantina nella roccia, posta su più piani a sezione rotonda e temperatura progressivamente decrescente, per ospitare il mosto prima e farlo dolcemente cadere senza pompaggi e stress nei piani sottostanti, affinamento, ed invecchiamento ideale sia in barrique che in bottiglia. Le pareti circolari di roccia sono coperte da un filo d’acqua naturale che anche grazie al costante circolo d’aria, garantiscono l’umidità costante. Si comprende così la tenacia dell’uomo e la difficoltà del territorio. Questo ha permesso a Edi Kante di far conoscere e apprezzare, nel mondo, vini che avevano un carattere profondamente locale anche grazie ad un sapiente mix di tecnica e attenzione alla qualità in tutto il processo, dalla maturazione alla vinificazione, dall'imbottigliamento all'invecchiamento. I vini prodotti a bacca bianca sono 4 (Sauvignon, Vitovska, Chardonnay e Malvasia) piu le selezioni Bora di Kante e Extrò. Poi ci sono i due metodi classici: il Brut KK che è uno chardonnay in purezza e il Brut KK rosè a base pinot nero. I rossi sono 2 : Terrano e il Rosso Kante (Terrano, Cabernet sauvignon e merlot). Ed infine la selezione Pinot nero. La continua ricerca sulla qualità del prodotto ha condotto Kante a sperimentare nuovi metodi di imbottigliamento che migliorano l'invecchiamento e la durata del vino (bottiglie dal collo più stretto con sugheri più piccoli, ma di miglior qualità ed efficacia per l'affinamento). Le sue vigne tutte Guyot, fittissime, sono un autentico giardino ricavato nelle doline (conche fertili, vere oasi in un mare di pietra), con riporti di buona terra rossa. Le selezioni prodotte da Edi rivelano anche la sua vena artistica, essendo le etichette la riproduzione di quadri disegnati dal produttore stesso.
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